Decreto Sviluppo: il governo propone 300 milioni per la banda larga veloce

Nelle bozze circolate ieri nel Decreto Sviluppo proposte dal morente governo Berlusconi, che tiene duro per non affossare la sua azienda di famiglia Mediaset (ieri calo in borsa del 5% con 160 mln di euro in fumo), ci sarebbe anche una norma sulla costituzione di una società per la banda larga ultraveloce che potrebbe essere capitalizzata utilizzando parte (300 milioni circa) dei proventi dell‘asta LTE delle frequenze ancora in corso.

Nel provvedimento, secondo i primi rumors, dovrebbe trovare spazio anche il progetto per la realizzazione della rete ulltrabroadband, per dare seguito ai lavori del Tavolo Romani, per il cablaggio in fibra di tutto il territorio nazionale di qui ai prossimi 10 anni (progetto il cui valore è stimato in circa 10 miliardi di euro) attraverso la costituzione di una società  pubblico-privata con lo Stato azionista di maggioranza.

I provvedimenti per la crescita dovrebbero essere varati già entro fine mese o entro i primi di ottobre: ieri è stato organizzato un tavolo ad hoc per discutere delle misure che ha riunito i ministri dell’Economia Giulio Tremonti, il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, quello del Lavoro Maurizio Sacconi e quello della Semplificazione Roberto Calderoli. La prossima riunione è convocata per mercoledì 28 settembre, giornata che dovrebbe portare alla definizione dei dettagli del progetto.

Sempre col senno di poi potrebbe prendere spazio nel Decreto Sviluppo la società per la rete in fibra ottica, forse la già esistente Infraco che tempo fa accese alcune polemiche sulla nazionalizzazione delle rete con Telecom Italia, che dovrebbe portare la banda larga e ultra-larga in tutto il paese nei prossimi dieci anni con un costo stimato di circa 10 miliardi. Nel provvedimento si darebbe in tal modo continuità al lavoro svolto dal cosiddetto tavolo Romani che da novembre scorso lavora al ministero dello Sviluppo economico sul progetto di una società pubblico-privata per lo sviluppo della rete di nuova generazione, con lo Stato presente sopra il 50%. Per l’avvio del progetto si calcola che potrebbe essere subito disponibile una cifra superiore ai 300 milioni.

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