Switch-off Lombardia, caos nell’assegnazione delle frequenze tv e informazione nulla per gli utenti

Da un articolo di Luca De Vito su milano.repubblica.it:

Il tempo sta per scadere, ma i problemi sono tutt’altro che risolti. La lunga marcia per il passaggio al digitale terrestre, il cosiddetto switch-off, sta per arrivare in Lombardia: parte lo spegnimento definitivo  del segnale analogico nella zona tre (di cui fanno parte anche il Piemonte Orientale e le province di Parma e Piacenza) che da sola interessa 12 milioni di abitanti per 19 province. Ma è una marcia che trova tutti col fiato corto, dagli utenti agli operatori delle tv locali. I problemi che si erano manifestati in primavera sono ancora tutti sul tavolo.

A partire da quelli delle emittenti locali, che in molti casi non sanno ancora se e come potranno trasmettere, fino ad arrivare a quelli degli utenti, alle prese con segnali che mancano e problemi tecnici di ogni tipo. Per i piccoli imprenditori delle tv lombarde la madre di tutte le polemiche è l’assegnazione delle nuove frequenze, ovvero i nuovi “gioielli” corredati di tutte le potenzialità del digitale terrestre. Con lo switch-off infatti a cambiare non è il numero delle frequenze bensì la capacità trasmissiva di queste: a una frequenza analogica (che trasmetteva un solo canale), adesso corrisponderà una frequenza digitale  –  un multiplex –  in grado di ospitare fino a sei canali (a seconda della qualità video).

Un patrimonio per tutti i grandi, un regalo troppo grosso da gestire  –  forse  –  per i piccoli. Gli accordi nazionali prevedono infatti che ciascuna tv locale possa trasformare la propria frequenza analogica in digitale e possa quindi diventare “operatore di rete”. Ed è proprio qui che nascono i problemi. “Le frequenze previste per le tv locali dall’Agcom nella zona 3  –  spiegano dall’Aeranti Corallo, l’associazione che raggruppa gli editori delle tv locali  –  sono un numero insufficiente per garantire un’adeguata transizione al digitale dell’intero comparto”. Secondo l’Aeranti Corallo la situazione è ancora peggiore del previsto: il piano prevede solo 27 frequenze per le cento tv locali operanti complessivamente nell’area.

Secondo il masterplan delle assegnazioni arrivato ieri dall’Agcom, diversi operatori  hanno avuto diritti d’uso non soddisfacenti e in alcuni casi ci sono delle sovrapposizioni. E se tra qualche giorno queste sovrapposizioni dovessero tradursi in guai seri per la trasmissione, molti di loro sono pronti a fare ricorso al tar. “Questa situazione rischia di lasciarci con le gambe per aria  –  protesta Aldo Vaccariello, imprenditore dell’emittente Videostar –  Fosse anche solo per i tempi di adeguamento dei macchinari: per noi rimanere dei giorni al buio significa venir meno a contratti pubblicitari“. A placare gli animi dei piccoli, non sono bastati neppure i 5 milioni di aiuto finanziario arrivati dal Pirellone: “Una cifra molto inferiore rispetto ad altre regioni  –  conclude Vaccariello.

Sull’altro fronte, quello degli utenti, nel frattempo cresce la preoccupazione. Già a maggio, in occasione dello switch over, ovvero il passaggio in digitale di Rai 2 e Rete 4, in molti si erano trovati ad affrontare problemi legati alla sintonizzazione dei decoder e alla copertura del segnale. Le associazioni dei consumatori puntano il dito contro la scarsa informazione: “in tutte le riunioni ufficiali si è chiesto di offrire alla cittadinanza la massima informazione  –  ha detto Pietro Giordano dell’Adiconsum –  ma a pochi giorni dall’inizio del passaggio alla tv digitale nelle regioni del nord Italia nella prima pagina dei siti istituzionali non appariva nessuna informazione.

Sembra che nulla debba accadere, mentre siamo di fronte a una trasformazione epocale che interessa tutti”. E c’è da scommettere che neppure in questo caso i soldi  – ovvero il contributo di 50 euro messo a disposizione dal ministero dello Sviluppo Economico per l’acquisto di un decoder  –  riusciranno a placare gli animi.

Alla vigilia dello Switch-off inoltre manca ancora da parte del Ministero delle comunicazioni l’assegnazione della numerazione LCN per le emittenti nazionali e locali.

Per dovere d’informazione il contributo statale per l’acquisto di un decoder è valido per gli abbonati al canone Rai over 65 con un reddito annuo pari o inferiore a 10 mila euro.

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