Romani: subito all’asta le frequenze liberate dal digitale terrestre

Da un articolo di Claudio Tamburrino su puntoinformatico.it:

Appoggiato il piano dell’Agcom per mettere all’asta le frequenze liberate col passaggio alla tv digitale terrestre. Il viceministro Romani chiede di stringere i tempi e di rendere il tutto, dice, più vantaggioso possibile per lo Stato.

Roma – Il buon proposito enunciato da Calabrò nel corso della presentazione dell’ultimo rapporto dell’Agcom, cioè quella di rendere disponibili frequenze da mettere all’asta per la banda larga mobile (in particolare tramite la dismissione di quelle emittenti televisive dimostratesi non in grado di garantire un palinsesto televisivo “degno di questo nome”), ha ricevuto l’appoggio e la spinta del viceministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani.

Il viceministro ha chiesto che l’asta avvenga al più presto e che “sia più vantaggiosa possibile per lo Stato”.

La liberazione di frequenze a favore della banda larga wireless è chiesta dalla Commissione Europea, che ha tra l’altro adottato una proposta che indica in che modo sia possibile destinare parte delle spettro liberato con il passaggio al digitale terrestre per colmare il digital divide. Romani ha parlato di un progetto che “vada di pari passo alla semplificazione necessaria con l’avvento della tv digitale” e dell’ipotesi di destinare alcune delle risorse così incamerate dallo Stato in parte a rimborsare quegli imprenditori televisivi che le liberano (magari volontariamente consorziandosi), in parte come incentivi alla diffusione della banda larga. Discorso, spiega, che va tuttavia affrontato confrontandosi con le altre istituzioni tra cui il ministero del Tesoro.

L’attuazione del Piano nazionale di assegnazione delle frequenze del dividendo digitale dipende però esclusivamente dal Ministero dello sviluppo Economico (e dal suo dipartimento per le comunicazioni), che è retto ad interim e ab aeternum dal “Premium” presidente del consiglio. Il MSE nei prossimi mesi farà da giudice alla gara (il beauty contest) per l’assegnazione dei 5 mux nazionali , avrà l’ultima parola per assegnare alla banda larga mobile i canali sopra gli 800 MHz, e infine potrà decidere di sottrarre impunemente e illegalmente le frequenze dello spettro alle tv locali.

Gli esperti consulenti del Ministero stanno cercando una soluzione che non tolga neppure un MHz ai canali televisivi nazionali (pubblici e privati). Secondo gli studi del Ministero il 29% delle frequenze delle tv nazionali, e il 46% delle tv locali sono reputate inutilizzate o inefficienti. E in effetti molte emittenti locali duplicano i propri canali oppure appongono lo schermo nero all’interno del loro multiplex. Il trucco consisterebbe nel sottrarre gli spazi dello spettro radio inutilizzate dalle emittenti locali, e sistemare le differenti reti regionali in condivisione all’interno dei multiplex in una modalità tecnica chiamata k-SFN. La legge però vincola il Ministero a riservare 1/3 delle frequenze regionali alle tv locali.

Se tutto si svolgerà come promesso da Romani i canali liberati saranno messi a disposizione per l’asta per la banda larga mobile, come previsto dalle indicazioni dell’Unione Europea e dell’Agcom, ma questo comporterà un imponente lavoro di organizzazione per l’assestamento nello spettro delle emittenti locali, che dovranno necessariamente accordarsi, e che a questo punto, se non avranno finanziamenti e incentivi promessi, rischiano nella maggior parte dei casi la chiusura.

inutilizzate (o inefficienti) il 29% delle frequenze delle tv nazionali, e il 46% delle tv locali. Risorse di spettro assegnabili alla banda larga mobile

9 thoughts on “Romani: subito all’asta le frequenze liberate dal digitale terrestre

  1. E’ ingiusto penalizzare in questo modo le tv locali, per fortuna che questo governo voleva favorire le piccole e medie imprese. mentre di fatto favorisce solo le aziende del suo titolare. Osteggiando illegalmente tutte le altre…

  2. Riguardo le assegnazioni delle frequenze del digitale terrestre non c’è stata parità di trattamento e purtroppo tante emittenti locali sono in grossissima difficoltà..l’authority dovrebbe garantire un pluralismo di informazione e di trasmissione.. ma non sembra sempre così come nel nord-est..si chiedono frequenze all’estero..ci sono parecchi membri del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia che esternano i non pochi problemi legati al passaggio dall’analogico al digitale.

  3. (14/07/2010 – Newslinet)
    L’ipotesi preannunciata su queste pagine tempo fa ha avuto conferma: il governo sta studiando un’asta per assegnare anzitempo agli operatori di tlc i canali dal 61 al 69 UHF (che l’UE ha chiesto che entro il 2015 vengano impiegati per il potenziamento dei servizi wireless).
    A parlare di asta di frequenze, di consorzi di tv locali volonterose e coscienziose e di opportunità economica per il pubblico e per i privati, è stato il viceministro allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni Paolo Romani, che ha auspicato la concretizzazione dell’ipotesi a condizione “che sia il piu’ vantaggiosa possibile per lo Stato”. La prospettazione di un ulteriore dividendo digitale rispetto a quello che andrà in gara nel 2011 per le nuove reti nazionali che usufruiranno della riserva frequenziale del Piano di assegnazione delle frequenze recentemente approvato da Agcom è per Romani una strada da percorrere “al piu’ presto”, parallelamente con gli switch-off che da settembre interesseranno la gran parte della popolazione italiana (ed anche per limitare il più possibile gli interventi della magistratura amministrativa, che il MSE-Com teme come il diavolo, sottolineano i maligni). “E’ un processo da fare rispettando la storia di questo Paese e gli imprenditori che, anche a livello locale, si sono impegnati in questo settore”, ha spiegato ieri Romani in occasione di un congresso della FNSI. “C’e’ un confronto avviato con varie istituzioni, tra cui il Tesoro, sull’ipotesi di destinare una parte delle risorse che lo Stato incasserebbe dall’asta di queste frequenze a rimborsare gli imprenditori televisivi che le potrebbero liberare (magari consorziandosi e rinunciando a frequenze a quel punto superflue), mentre un’altra parte di queste risorse potrebbe essere destinata ad incentivare la diffusione della banda larga“, ha evidenziato il viceministro al MSE. (A.M. per NL)

  4. Oltre ad estromettere le tv locali dai primi 9 posti, si rischia addirittura che la banda a disposizione non sia abbastanza potente per ospitarele. E come decidono di rimediare??? Eliminando i canali dall’uno al 9… Quante se ne inventano pur di non ammettere che con il digitale terrestre stanno dando agli italiani una bidonata colossale.

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