Il CIPE blocca lo sviluppo della banda larga

Dal corrieredellasera.it:

«Ancora una volta si dimostra come il Governo non racconti tutta la verità e soprattutto non abbia idee chiare su come far uscire il nostro Paese dalla crisi». Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Fabrizio Solari, commentando l’annuncio da parte del CIPE del blocco di 800 milioni per il piano di sviluppo della banda larga nel nostro Paese sino a data da destinarsi. Un blocco che, secondo il rappresentante sindacale, non aiuta di certo il rilancio del Paese.

Le motivazioni di questa scelta, riferisce infatti Solari in una nota, «consisterebbero, secondo quanto riferito dal Governo, nella priorità che lo stesso vuole dare agli interventi sugli ammortizzatori sociali in nome di una presunta centralità dell’occupazione: non sarà certamente la Cgil a negare la gravità della situazione e la necessità di concentrare le risorse a tutela dei redditi e dell’occupazione, tuttavia gli investimenti bloccati dal Governo sono necessari per rilanciare lo sviluppo del Paese e la sua modernizzazione tecnologica». Questi investimenti però, spiega Solari, servono proprio «alle imprese, soprattutto quelle più piccole, che si vogliono sviluppare, alle famiglie per rapportarsi alla Pubblica amministrazione, ai giovani per studiare e utilizzare i nuovi strumenti di comunicazione».

Critiche anche dalla UIL: «Non siamo d’accordo sullo stop ai fondi per lo sviluppo della banda larga: dalla crisi si esce rilanciando competitività e sviluppo e sarebbe sbagliato contrapporre le tutele occupazionali indispensabili in questa fase di crisi alle iniziative necessarie a consentire una più rapida uscita dalla crisi stessa». Anche Paolo Pirani, segretario confederale della Uil, critica la scelta del governo del Governo di congelare i fondi per lo sviluppo della banda larga. «Uno dei punti nodali della ripresa della competitività del sistema Italia – si legge nel comunicato – è quello di realizzare il traguardo dei 2 Megabit al secondo per tutti gli italiani entro il 2012, così come indicato sia dal piano del vice ministro Paolo Romani, sia soprattutto nel progetto di digitalizzazione di tutta la pubblica amministrazione predisposto dal ministro Renato Brunetta».

Duro anche il commento dell’ex ministro Giovanna Melandri, ora responsabile Cultura del Pd: «la notizia del blocco di 800 milioni per il piano di sviluppo della banda larga nel nostro Paese sino a data da destinarsi è l’ennesimo segno dell’assoluta incapacità del Governo di affrontare seriamente la crisi“.

Il piano di Governo è chiaro: le priorità consistono nel dare spazio coi fondi pubblici agli investimenti più redditizi per quella classe politico/imprenditoriale italiana in palese conflitto d’interesse, ad esempio dando impulso allo sviluppo del mercato della tv digitale terrestre. L’intenzione è quella di lasciare il paese diviso da un profondo divario digitale che parte dalle scarse infrastrutture per la rete, dalla fibra ottica alle nuove tecnologie wireless, e termina nell’analfabetizzazione informatica della popolazione, forse per tenere distante quella ristretta classe sociale che detiene potere e benessere da quella che non ne ha accesso.

Fonte: cgil.it

9 thoughts on “Il CIPE blocca lo sviluppo della banda larga

  1. Siamo di fronte all’ennesimo annuncio fatto dal goveno Berlusconi. L’immagine di uomo dei fatti, si sta piano piano inabissando, per lasciare il posto ad un modo di fare politica che ritengo dannoso, sia per gli italiani sia per la sua maggioranza. Troppe volte si stanno facendo dietro front, su alcuni temi proposti, che magari suscitano anche grande entusiasmo nell’opinione pubblica, ma che poi si rivelano dei veri e propri flop. E’ il momento di realizzare, anche se riconosco, che questo governo, si è dimostrato in alcune circostanze attento ed efficace, ma purtroppo forse sono più le volte che il tutto si riduce a mere dichiarazioni, e a pochi fatti concreti. Questa situazione è sicuramente influenzata, e determinata dalle numerose vicende giudiziarie, gossip, che fanno passare in secondo piano i veri problemi, le vere riforme, in nome del consenso e della notizia con il botto. Cerchiamo di tornare ad una politica seria, con una linea di governo che non sia continuamente stravolta per il piacere di qualcuno, in gioco c’è qualcosa di più grande del risultato delle regionali, in gioco c’è il futuro dell’Italia, che senza un’adeguata piattaforma di riforme, uscirà ancora più dilaniata dalla crisi economica internazionale. Mattia Ventroni

    1. Ciao Mattia,
      mi permetto di darti del tu, e ti ringrazio per il tuo contributo. Il governo in fin dei conti non ha i fondi per le infrastrutture della rete, e penso sia questo il motivo principale. Dovrebbe finanziare una colossale impresa di cablaggio del territorio con le fibre ottiche che praticamente verrebbe realizzata fisicamente da Telecom (con grandi profitti per il privato). C’è chi accusa che sia stata una mossa contro Telecom Italia Media che recentemente ha rivendicato un canale sul dtt chiamando in causa il Presidente della Repubblica. Ma mi sembra una storia un pò contorta. Quello che è certo è che il governo impegna tanti, tantissimi soldi pubblici per lo sviluppo del digitale terrestre e nulla per la rete.
      La strategia di comunicazione è abbastanza chiara: un giorno Brunetta afferma in pompa magna che entro il 2010 tutti gli italiani avranno due mega di banda larga gratutia, e pochi giorni dopo in silenzio applicano il vero piano che blocca i fondi. E’ la stessa identica tattica di comunicazione propagandistica nel campo dell’immigrazione e della “sicurezza”(di chi ancora non l’ho capito…): l’esecutivo, con l’aiuto dei media, pubblicizza verso l’opinione pubblica leggi ferree e apparentemente molto punitive, ma nella realtà sociale hanno l’effetto di una palla di neve scagliata al centro dell’inferno…
      Il duello e il gioco politico fra maggioranza e opposizione sta tutto lì, nella comunicazione distorta e strumentale, nelle campagne stampa usate come attacchi frontali, nel fare tanto tanto chiasso. Ma ciò che fanno in silenzio, lontano dai riflettori, è il vero problema di cui ci dobbiamo preoccupare e abbiamo l’obbligo morale di diffonderne il più possibile informazioni e notizie.

  2. qualche settimana fa si parlò di banda larga e del fatto che paesi come la Finlandia hanno investito su questo per favorire l’economia. poco tempo dopo il Ministro Brunetta aveva promesso che il Governo avrebbe stanziato fondi (800 milioni di euro) proprio per la banda larga. ora ecco la retromarcia: i fondi previsti son stati tagliati. questo è un vero peccato perchè si tratta di uno dei motori dell’innovazione per il Paese, sia per i cittadini che per le imprese, a maggior ragione in tempo di crisi, quando investire su Internet può voler dire tagliare i costi e rilanciare le attività. di conseguenza si può facilmente intuire quali vantaggi comporta “asfaltare le autostrade digitali” e favorire la navigazione on line sia per scopi privati, che per scopi di impresa, il quale ha la possibilità di aggiornarsi e programmare investimenti con minori costi e con più informazioni. anche l’On. dell’UDC Rao si è esposto sul tema affermando che l’Italia ha proprio bisogno della banda larga, proprio per uscire dalla crisi. spero che il Governo capisca il danno che potrebbe causare un taglio di queste dimensioni e tornare sui suoi passi.

    1. Ciao Andrea,
      grazie per il tuo contributo.
      Qualche post fa ho pubblicato un articolo sulla banda larga gratuita per tutti i cittadini in Finlandia. http://tvdigitaldivide.wordpress.com/2009/10/17/banda-larga-italia-al-38%c2%b0-posto-nel-mondo/ L’articolo, che parla anche del 38esimo posto nel mondo del nostro paese sulla diffusione di internet veloce, è stato fonte di un vivace dibattito nel quale ho sempre sostenuto che questo governo non ha interesse per la rete e il web, perchè i suoi interessi, cioè quelli di Berlusconi, vanno in tutt’altra direzione digitale.

  3. Che la banda larga sia un diritto anche degli italiani è scontato. Purtroppo, però, non è altrettanto scontato l’impegno del nostro governo per far sì che la banda larga diventi davvero un diritto per tutti. Concordo sul fatto che sicuramente in Italia esistano molti altri problemi, sicuramente ben più gravi dell’assenza di banda larga, ma un Paese come il nostro, che è in questo momento il 6° Stato più ricco del mondo, non può non disporre in tutto il territorio nazionale di un elemento come la banda larga che è fondamentale per i cittadini come per le aziende. Anche io ho apprezzato molto l’intervento di Rao dell’UDC: “Gran parte dello sviluppo del nostro paese e’ bloccato dal pesante ritardo infrastrutturale: viario e digitale. I paesi piu’ avanzati nel mondo, nei momenti di crisi si impegnano ad ampliare le ‘autostrade digitali’, il nostro governo invece sceglie di bloccare i fondi per la banda larga e condanna l’Italia a una piu’ difficile uscita dalla crisi”. Credo proprio che Rao abbia ragione. Speriamo proprio che il governo cambi idea!

    1. Ciao Samantha.
      Per il Consiglio Costituzionale francese avere accesso a internet è un diritto fondamentale alla libertà di espressione del cittadino. Sarebbe un gran bel passo avanti se nel nostro paese si prendesse esempio da questa straordinaria e storica sentenza di pochi mesi fa.
      Il paese è sicuramente in ripresa economica, ma forse crescono solo alcuni settori industriali. Non credo però che l’Italia sia il sesto paese più ricco del mondo. Sono notizie che arrivano direttamente dalla voce di Berlusconi, che è solito raccontare immani stupidaggini, come i suoi geniali ministri, per sedare gli animi dell’opinione pubblica. Mi viene in mente la storia di quell’uomo, che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all’altro il tizio, per farsi coraggio, si ripete:”Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene.” Il problema non è la caduta ma l’ atterraggio. (dallo splendido film La Haine di Mathieu Kassovitz vincitore nel 1995 del Festival di Cannes)
      Il dato citato dal “premium” Silvio Berlusconi è un indice dell’Ocse che riassume delle variabili mensili relative alle aspettative sulla fiducia delle famiglie e delle imprese per i paesi occidentali. E’ un riassunto di vari indicatori di previsione che non rappresenta la situazione economica dell’Italia nel presente.
      Secondo questo autorevole articolo del ilSole24ore.it :
      http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Italia/2009/commenti-sole-24-ore/9-ottobre-2009/economist-italia-classifica-recessione-2trim2009_PRN.shtml
      l’Italia è all’ottavo posto per ricchezza netta pro capite e al 22esimo nella classifica del PIL pro capite. Ma spiega anche che il valore del PIL, che pur essendo più concreto, non è sufficiente a descrivere la reale condizione del paese in questa particolare condizione di crisi, sono da tenere più in considerazione il reddito e il tasso di disoccupazione. A mio parere anche fuori dal contesto il Prodotto Interno Lordo non è mai un indicatore di ricchezza, intesa come benessere reale e non solo economico.

  4. Internet dev’essere una RISORSA, non un PESO. Il Governo non riesce a capirlo, e non vuole investire su questo importante mezzo per la comunicazione. ..Eppure neanche un mese fa si parlava di battere sul tempo l’Europa, di diffondere la banda larga in tutt’Italia,di ricoprire tutto il territorio, perfino i comuni più piccoli e di periferia. E oggi? Soltanto promesse. Beh, penso che uno dei pochi partiti ad aver capito l’importanza di questo mezzo sia l’UDC, e che stia spingendo per una “rivoluzione informatica” di cui, purtroppo, si parla da troppo tempo, ma per cui si fa ancora troppo poco.
    Marta

    1. Salve Marta.
      Internet è l’infrastruttura fondamentale della società dell’informazione. Il web è il suo canale più accessibile, che intorno al 2005 è divenuto un mezzo di comunicazione crossmediale incentrato sull’utente, il quale oggi può avere la libertà di informarsi e acquisire conoscenza e la libertà di creare e manipolare contenuti. La rete è un sistema emergente che si auto-organizza costantemente senza bisogno di un centro di controllo. In un non lontano futuro potrebbe essere il modello e la base per un nuovo tipo di società e per una nuova forma di democrazia partecipativa diretta senza mediazioni partitiche. Ma per raggiungere questo obiettivo ogni internauta deve necessariamente avere gli strumenti e le conoscenze, non solo informatiche, per sviluppare uno spirito critico in grado di influire nelle decisioni pubbliche.
      Ok capisco che Roberto Rao ha difeso lo sviluppo della banda larga e ha pure denunciato i disservizi dello switch-off in Piemonte, ma sta facendo semplicemente il suo mestiere, visto che lavora nella commissione di vigilanza Rai. A mio parere però non si deve commettere l’errore di riporre su un altro partito le aspettative di cambiamento del paese, perchè il sistema partitico fa sempre gli interessi di una piccola parte dell’Italia, oltre ad occuparsi in modo eccellente dalla propria poltrona.
      Le opinioni, le idee e il dissenso possono partire, aggregarsi e concertare da qui, dalla bloggosfera, dai forum, dal web, per poi uscire dall’asettica discussione telematica e toccare la realtà concreta trasformandosi in movimenti, gruppi, manifestazioni, scioperi, forme sociali organizzate atte a cambiare e accrescere il benessere della nostra società.

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